Il diario – 2 giugno, da Rethimno a Milatos

2Giornata grigia, nuvolosa. Si naviga pigramente tra piccole folate di vento che riescono a spingere per un pò la barca e momenti di calma di aria che ci costringono ad accendere il motore. 1JPGNon facciamo tantissime miglia e arriviamo a fermarci a Militos, piccolo porto appena ridossato, protetto dai venti da ovest. Sono le 16,30. Oltre a noi ci sono solo barche di pescatori. Qualcuna sta già uscendo per la pesca, altre usciranno più tardi. Verso sera qualcuna ritorna. Non siamo però riusciti a vedere il pescato. Notiamo che è subito caricato su auto che vengono puntuali sul molo appena una delle barche ritorna dal mare. Forse c’è un accordo tra pescatori e trattorie che acquistano subito tutto. Le barche che escono sono comunque piccole e condotte da un’unica persona. Pescatori solitari che affrontano da soli la notte e le lunghe ore in mare. Vita dura; non si scherza. 3

Fronte al molo c’è una piccola struttura turistica, Portobello Villas. Hanno il collegamento wi-fi e così ci fermiamo a lungo al bar. C’è il sito da aggiornare, whatsapp da collegare per chattare con vari amici. Un momento di relax. In fin dei conti non ne abbiamo tanti. Non è uno scherzo navigare, stare ore e ore in barca. Non è una passeggiata. Certo, a differenza dei pellegrinaggi ai quali siamo abituati, non ci sono problemi di vesciche o di spalle stanche, ma c’è un altro tipo di stanchezza data dalla ricerca continua dell’equilibrio non solo fisico ma di tutto il complesso, di tutta la navigazione. E devi essere sempre pronto a variare l’assetto delle vele. Metti la randa, apri il fiocco, chiudi il fiocco, su la trinchetta, giù la trinchetta, su il gennaker, poi “tangonalo”, giù dal tangone, via di sola randa, giù la randa, via con il solo fiocco, a tre quarti, a mezzo, tutto, randa, prendi una mano di terzaroli, no 2… e se sei in bonaccia o con pochi nodi di vento non c’è altro che attaccare il perfido e rumoroso motore.

Bisogna adattarsi molto di più, al variare del tempo atmosferico, ed essere pronti a partire appena è possibile, sia alba o tramonto; bisogna affrontare anche lunghe nottate di navigazione per poter fare tutte le miglia. Con il mare non si scherza e non si tratta solo di bagnarsi come quando ci si prende un bel temporale durante un pellegrinaggio a piedi. Qui il brutto tempo può voler dire anche pericolo serio, rischio grande. E ugualmente non si possono perdere i momenti di navigazione buoni, quelli nei quali il vento e il mare sono pronti a portarti. Allora devi essere anche tu pronto a farti portare e rispondere alla chiamata. Questo alla fine comporta anche notti insonni e difficoltà a recuperare le energie.

Se poi aggiungiamo che le notti in porto non sempre garantiscono tranquillità e pace favorevoli al riposo… Come negli ospitali spesso si trovano “roncadores” e letti che cigolano, così nel nostro piccolo ospitale navigante abbiamo sartie sbattute dal vento e moto ondoso che possono tenere sveglio il pellegrino più che altrove. In alcune notti è stato così; il più rumoroso ospitale del Cammino non avrebbe retto il confronto. Nave pellegrina batte hospital 10 a 0.

Nel corso della navigazione oggi c’è stato anche da affrontare un problema tecnico. Il gps si è sregolato e devia di 30° rispetto alla bussola. Una cosa molto grave. Adesso viaggiamo lungo costa, ma negli attraversamenti di lunghi bracci di mare può essere pericoloso. Facciamo un’ipotesi addebitando l’avaria alla base Nato presente sul promontorio tra Chania e Rethimno. Il tecnico contattato per telefono ci confermerà che la cosa potrebbe essere possibile… chissà. Il problema è che siamo ormai a 30 miglia dal promontorio. Dobbiamo resettare tutto e ripartire da 0 con tutte le regolazioni.

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Cena in barca: micro tavolo per 6

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Un gatto del molo prova a farsi invitare come settimo commensale